
Aumento Tassa di Soggiorno 2026: chiarimenti ANBBA e invito alla calma
Cosa c’è da sapere
Negli ultimi giorni, alcuni articoli apparsi sui media hanno riportato una disposizione governativa riguardante la tassa di soggiorno, provocando preoccupazione tra i gestori delle attività extra-alberghiere. Il Governo prevede di prorogare per il 2026 la possibilità per i Comuni di aumentare la tassa, ma una quota del 30% del maggior gettito derivante dagli aumenti verrebbe trattenuta dallo Stato e destinata a fondi nazionali, in particolare misure per l’inclusione delle persone con disabilità e per l’assistenza ai minori.
Punti chiave
- Cosa è stato proposto
La misura compare nei documenti collegati alla manovra e al Decreto Anticipi approvato dal Consiglio dei Ministri nell’ottobre 2025. Per il 2026, il 30% del “gettito extra” prodotto dagli aumenti sarebbe destinato al bilancio statale, mentre il restante 70% resterebbe a disposizione dei Comuni per gli impieghi già previsti dai regolamenti locali. - Chiarimento importante
La norma non prevede un prelievo sul gettito complessivo già esistente, ma solo sul maggior gettito derivante dagli aumenti. È quindi fondamentale distinguere tra gettito corrente e gettito extra. - Riferimento normativo
Le informazioni fanno riferimento al Decreto Anticipi / misure collegate alla manovra 2026 di ottobre 2025, inserito tra le disposizioni urgenti legate alla manovra.
Reazioni alla notizia
L’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e diversi amministratori locali hanno espresso riserve, sostenendo che l’imposta di soggiorno era concepita per coprire costi diretti legati al turismo e che trattenere una parte dei proventi per spese statali snatura la finalità del tributo.
Anche la nostra associazione, nelle note conclusive, condivide queste osservazioni e segnala possibili effetti negativi sul comparto turistico.
Contesto normativo
- Il Decreto Anticipi interviene su misure urgenti in attesa della legge di bilancio.
- Un comunicato del Consiglio dei Ministri specifica che il maggior gettito sarà destinato per il 70% agli impieghi previsti dai Comuni e per il 30% allo Stato.
- Il decreto prevede la proroga per il 2026 della possibilità di applicare aumenti già introdotti o nuovi incrementi della tassa di soggiorno.
- Deroghe particolari sono previste per i Comuni coinvolti nei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, con un possibile incremento extra fino a +5 euro.
Come funziona il prelievo del 30%
- Base della ritenuta
Il 30% si applica solo sul maggior gettito derivante dall’incremento dell’imposta, non sul gettito ordinario. - Ripartizione
o 70% del maggior gettito rimane al Comune per turismo, manutenzione, servizi locali, smaltimento rifiuti.
o 30% viene destinato allo Stato per il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e per il Fondo per l’assistenza dei minori in case famiglia. - Limiti e eccezioni
o La misura riguarda solo i Comuni che decidono di incrementare l’imposta; se non ci sono aumenti, non c’è trattenuta.
o Nei Comuni olimpici l’incremento extra può avere una ritenuta diversa.
o La ripartizione dovrà essere regolata da decreto MEF-Ministero dell’Interno entro il 30 aprile 2026.
Dati e stime
- Nel 2025 il gettito nazionale dell’imposta di soggiorno è stato di circa 1,186 miliardi di euro, con un incremento del 15,8% rispetto all’anno precedente.
- Per il 2026, considerando possibili aumenti e estensioni, il potenziale gettito è stimato fino a 1,3 miliardi di euro.
Alcuni Comuni, come Rimini, hanno espresso preoccupazione per l’impatto dell’aumento e della ritenuta statale, segnalando possibili penalizzazioni per territori già impegnati nella gestione turistica.
Criticità e questioni aperte
- La tassa è “di scopo”: serve a finanziare servizi connessi al turismo (accoglienza, manutenzione, mobilità). Una ritenuta statale sul maggior gettito può stravolgere questa finalità.
- Rischio di depauperamento dei Comuni: l’incertezza sulla misura rende difficile programmare investimenti e opere.
- Equità territoriale: Comuni turistici con alto gettito sarebbero i più penalizzati.
- Regole esecutive da definire: modalità di calcolo, rendicontazione e controlli non sono ancora note.
- La misura si applica solo ai Comuni che scelgono di aumentare; non è un prelievo obbligatorio su tutti i Comuni.
Osservanza delle nuove disposizioni
✅ Niente allarmismo
I Comuni non sono obbligati ad aumentare la tassa. La ritenuta del 30% si applica solo sulla parte incrementale derivante da un eventuale aumento, mentre il gettito attuale rimane interamente al Comune.
- Se un Comune non aumenta la tassa: mantiene il 100% del gettito senza trattenute statali.
- Se un Comune aumenta: il 30% del maggior gettito va allo Stato, il restante 70% resta al Comune.
Conclusioni
La notizia, spesso diffusa con titoli ad effetto dai giornali online, ha creato un allarmismo ingiustificato. Spesso gli articoli invitano a leggere la notizia completa solo tramite abbonamento, enfatizzando i rischi per i Comuni e per gli operatori turistici con titoli civetta.
Con questa analisi abbiamo chiarito, con riferimenti normativi, che:
- I Comuni che ricorreranno agli aumenti saranno probabilmente pochi, poiché i benefici economici per loro sarebbero limitati e potrebbero comportare una riduzione delle presenze turistiche.
- La nostra associazione ribadisce che l’imposta di soggiorno può avere senso solo se applicata con tariffe moderate, come proposto dai piccoli Comuni, con importi non superiori a 1 euro a persona al giorno.
- Dal 1999, come principale associazione nazionale dell’extra-alberghiero, abbiamo partecipato alle valutazioni sull’istituzione dell’imposta nei Comuni che non l’avevano ancora introdotta, sottolineando che il tributo deve rimanere uno strumento per migliorare i servizi urbani e la ricettività, senza compromettere lo sviluppo turistico.
In sintesi: le notizie diffuse online hanno enfatizzato scenari allarmistici per attrarre lettori e abbonamenti. La realtà normativa è più chiara: la misura sul 30% del maggior gettito è circoscritta, non obbligatoria e non riguarda il gettito già esistente.
A cura di Cesare Gherardi – Direttore ANBBA





