
Rischio per le strutture extra-alberghiere dopo la nuova legge regionale sul turismo
La nuova Legge Regionale Toscana n. 61/2024 – Testo unico sul Turismo – sta generando forte preoccupazione tra gli operatori dell’ospitalità diffusa. Il Governo l’ha impugnata davanti alla Corte Costituzionale, ma in attesa della sentenza il rischio per B&B, Affittacamere Case Vacanza e Locazioni Turistiche resta altissimo, soprattutto nelle città d’arte come Firenze. Un rischio aggravato dall’esito delle ultime elezioni regionali, che hanno confermato la continuità politica della Giunta Giani e quindi la permanenza dell’attuale impostazione normativa in materia di turismo.
In Toscana si apre una fase delicatissima per tutto il settore dell’ospitalità diffusa: bed and breakfast, affittacamere, case vacanza e locazioni turistiche rischiano di essere travolti dalle conseguenze della nuova legge regionale sul turismo, la L.R. 61/2024, approvata nell’estate scorsa e già impugnata dal Governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale.
Autonomia regionale e turismo: un equilibrio fragile
Come stabilisce il Titolo V della Costituzione (art. 117), il turismo e l’assetto del territorio rientrano tra le materie di competenza concorrente: lo Stato detta i principi generali, ma sono le Regioni a disciplinare concretamente il settore.
Ciò significa che, in Italia, ogni Regione può definire le proprie regole sul turismo — comprese quelle per l’attività extra-alberghiera — purché rispettino i principi nazionali ed europei.
In questo quadro, la politica regionale gioca un ruolo decisivo. Le elezioni, infatti, determinano la composizione del Consiglio regionale e della Giunta, che indirizzano la strategia legislativa in materia turistica.
Conferma di Giani e continuità politica
Le recenti elezioni in Toscana hanno confermato la vittoria del centro-sinistra e quindi la riconferma di Eugenio Giani come Presidente della Regione per i prossimi quattro anni.
Questo significa continuità nell’attuale linea politica, e dunque nella gestione del nuovo Testo Unico sul Turismo (L.R. Toscana n. 61/2024).
Una legge che, secondo molte associazioni di categoria, rischia di compromettere l’equilibrio del sistema ricettivo toscano, colpendo in modo particolare il mondo extra-alberghiero.
Una legge contestata: il ricorso del Governo
Il Governo ha impugnato la L.R. Toscana 61/2024 davanti alla Corte Costituzionale (art. 127 della Costituzione), ritenendo che alcune norme siano in contrasto con i principi nazionali e costituzionali.
Nel mirino ci sono in particolare:
- i limiti e divieti imposti alle locazioni turistiche brevi nelle città d’arte come Firenze e Pisa;
- l’obbligo di autorizzazioni preventive per attività finora soggette a semplice SCIA;
- la possibilità per i Comuni di dichiarare “zone a saturazione turistica” dove è vietata l’apertura di nuove strutture;
- l’introduzione di requisiti edilizi e urbanistici più rigidi rispetto a quanto previsto dal Codice del Turismo nazionale (D.Lgs. 79/2011) e dal D.L. 50/2017 sulle locazioni brevi.
Secondo il Governo, tali norme violano:
- la libertà d’iniziativa economica (art. 41 Cost.);
- i principi di tutela della concorrenza (art. 117, comma 2, lett. e, Cost.);
- e, più in generale, i limiti imposti alla potestà legislativa regionale.
La Corte Costituzionale ha già esaminato il ricorso in prima udienza ma non si è ancora pronunciata. Fino alla sentenza definitiva, la legge resta formalmente in vigore.
Un rischio concreto per migliaia di operatori
Le conseguenze, se la Corte dovesse respingere il ricorso, sarebbero pesantissime:
- centinaia di case vacanza e B&B rischiano di non poter più operare nei centri storici;
- molti immobili destinati a locazioni turistiche potrebbero perdere l’agibilità economica;
- nuove aperture diventerebbero quasi impossibili in diverse aree della Toscana, in particolare a Firenze, dove già da anni il Comune spinge per limitare l’uso turistico degli appartamenti.
Tutto questo in una regione dove il turismo rappresenta oltre il 10% del PIL e garantisce decine di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti.
Le restrizioni non solo penalizzerebbero gli operatori, ma andrebbero a colpire anche le entrate comunali: la tassa di soggiorno, che per città come Firenze genera oltre 40 milioni di euro l’anno, risulterebbe drasticamente ridotta se molte strutture dovessero chiudere o ridurre l’attività.
In sostanza, una politica che intende “contenere il turismo” rischia di minare l’economia del territorio e ridurre le risorse destinate proprio alla gestione urbana e ai servizi pubblici.
Approfondimento ANBBA
L.R. Toscana 61/2024 – “Testo unico del sistema turistico regionale”
- Entrata in vigore: 1° settembre 2024
- Impugnata dal Governo: settembre 2024
- Oggetto del ricorso: articoli sulle locazioni turistiche, vincoli urbanistici e poteri comunali
- Principali criticità segnalate da ANBBA e altre associazioni:
- Introduzione di limiti numerici alle locazioni turistiche in zone definite “a pressione turistica elevata”;
- Obbligo di autorizzazione preventiva per le locazioni turistiche brevi, in contrasto con la normativa nazionale (D.L. 50/2017, art. 4);
- Possibilità per i Comuni di imporre vincoli urbanistici alle destinazioni d’uso turistico;
- Maggiori oneri burocratici e controlli disomogenei sul territorio.
Riferimenti normativi principali
- Costituzione Italiana, artt. 41, 117, 127.
- D.Lgs. 79/2011 – Codice del Turismo.
- D.L. 50/2017, art. 4, comma 5-ter – disciplina delle locazioni brevi.
- L.R. Toscana 61/2024 – Testo unico del sistema turistico regionale.
- Direttiva UE 2006/123/CE – “Direttiva Bolkestein”.
- Regolamento comunale imposta di soggiorno – Firenze, Delib. C.C. n. 202/2023.
Conclusione: un appello alla prudenza e al dialogo
Il mondo extra-alberghiero toscano vive oggi un momento di grande incertezza.
La legge regionale, se non corretta, rischia di distruggere un intero modello di ospitalità diffusa, che ha fatto della Toscana un esempio di accoglienza di qualità e di valorizzazione del territorio.
ANBBA auspica che la Corte Costituzionale riconosca le criticità della L.R. 61/2024 e che la Regione, in futuro, scelga la via del dialogo con le associazioni di categoria, nell’interesse dell’economia toscana e della tutela dei diritti degli operatori.





