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Regione Puglia: l’ennesimo paletto contro le locazioni turistiche

Una misura punitiva, disallineata e pericolosa per il mercato dell’ospitalità locale

La recente Determinazione Dirigenziale n. 217 del 3 ottobre 2025 della Regione Puglia — che integra le modifiche introdotte dalla Legge Regionale 15/2025 agli articoli 10-bis e 10-quater della Legge Regionale 49/2017 — rappresenta una stretta burocratica gravissima per chi opera nel settore delle locazioni turistiche. Secondo il nuovo schema, le locazioni turistiche, anche quelle gestite in forma “non imprenditoriale”, dovranno presentare la CIA (Comunicazione Inizio Attività) o la SCIA, e le unità già registrate nel sistema DMS Puglia dovranno adeguarsi entro il 30 settembre 2026 pena sanzioni. In aggiunta è previsto l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa per la responsabilità civile verso i clienti.

Perché questa stretta è ingiustificata e dannosa

Ecco i punti che riteniamo inaccettabili:

  1. Contraddizione con normativa nazionale e principio di proporzionalità
    Il legislatore statale ha già previsto, con l’art. 13-ter del D.L. 145/2023 (convertito nella L. 191/2023), un quadro nazionale unificato per le locazioni turistiche, comprese le locazioni brevi, con l’obbligo di ottenere il CIN (Codice Identificativo Nazionale) mediante iscrizione alla banca dati nazionale.
    La Puglia, con le modifiche regionali, introduce un livello aggiuntivo (modulistica regionale, SCIA/CIA, date di adeguamento), aggravando la burocrazia per i piccoli operatori, senza apportare reali benefici in termini di trasparenza o controllo.
    È illogico imporre adempimenti doppi — nazionale e regionale — che rischiano di essere incongruenti o sovrapposti.
  2. Tempistiche irrealistiche e sanzioni esorbitanti
    Le attività già avviate entro il 30/09/2025 sono costrette a trasmettere SCIA o CIA secondo la nuova modulistica entro il 30/09/2026, con rischio di sanzioni per chi non si adegua.
    In assenza di una stima ufficiale per la Puglia, le sanzioni regionali potrebbero essere pesanti, in analogia con casi simili in altre regioni.
    Imporre oneri così gravosi in un lasso temporale così breve è profondamente penalizzante per chi già opera in condizioni di margine ridotto.
  3. Effetto deterrente sull’offerta e rischio di “effetto boomerang”
    Piuttosto che promuovere l’operare regolare, questa misura rischia di spingere molti operatori, soprattutto i più piccoli, verso l’illegalità o l’abbandono dell’attività.
    In un contesto dove l’offerta ricettiva in molti centri regionali è già sotto pressione, questa stretta burocratica può aggravare il problema dell’under-offerta, peggiorando la qualità del servizio turistico e comprimendo i redditi delle destinazioni minori.
  4. Sovraccarico per i sistemi digitali e gli enti locali
    L’adozione di SCIA/CIA regionali personalizzate, integrazioni con il DMS Puglia, comunicazioni ai Comuni e alle Camere di Commercio significa caricare di lavoro gli uffici locali, che spesso mancano di personale adeguato.
    Questo tipo di burocrazia sposta il costo dell’operazione sui piccoli operatori, che devono seguire iter complessi, pagare consulenze, fare correzioni e rischiare errori formali.
  5. Pretesto contro l’“overtourism” che non convince
    La giustificazione implicita che le locazioni turistiche causino overtourism è una balla stratosferica se usata come base normativa: il vero problema è spesso la mancanza di pianificazione urbana e turistica, non la presenza di case private messe a reddito.
    Se l’obiettivo fosse davvero fermare fenomeni speculativi, si dovrebbero agire misure mirate (limiti di giorni, controlli sulle grandi catene patrimoniali, imposte progressive), non colpire chi gestisce 1–3 unità con passione e rischio economico.

L’unico aspetto positivo che condividiamo, e che potrebbe restare nel contesto della Determinazione, è l’obbligo di stipulare una polizza di responsabilità civile. ANBBA offre già da tempo questa copertura ai propri soci grazie a una convenzione con AXA, molto apprezzata e utilizzata da numerosi host in tutta Italia. Tuttavia, da quanto ci risulta, nessun regolamento — né nazionale né regionale — ne prevede attualmente l’obbligatorietà.

Che fare? Le proposte che avanziamo

  • Richiedere la sospensione immediata degli effetti della determinazione 217/2025 fino a una valutazione di compatibilità con il quadro nazionale.
  • Sollecitare un confronto pubblico tra Regione, operatori e associazioni (come ANBBA), per ridurre oneri e semplificare gli adempimenti.
  • Chiedere che gli adempimenti regionali (modulistica SCIA/CIA, obblighi assicurativi) siano subordinati al solo requisito del CIN nazionale, non duplicati e non contestuali.
  • Promuovere soluzioni reali contro il sovraffollamento turistico, come piani di regolamentazione dei flussi, monitoraggio delle pressioni ambientali, e diversificazione dell’offerta territoriale.
  • Affiancare gli operatori con sportelli tecnici regionali e semplificazione reale, non nuovi
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