
Overturism danneggia il turismo: FENOMENO da GESTIRE non da demonizzare
Cos’è l’Overturism e perché ci riguarda tutti
Il termine “overturism” (o “overtourism”) descrive una situazione in cui il numero di turisti presenti in una determinata area supera la capacità del territorio di accoglierli in modo sostenibile, generando problemi ambientali, sociali ed economici. È un tema attuale in molte città d’arte italiane – come Venezia, Firenze e Roma – dove sindaci e cittadini lamentano un impatto crescente sulla qualità della vita.
Tuttavia, è importante evitare generalizzazioni. L’overturism non può essere attribuito esclusivamente alle locazioni turistiche o agli affitti brevi. I piccoli proprietari che affittano i propri appartamenti, spesso etichettati in modo indiscriminato come “B&B”, lo fanno anche per proteggersi dal rischio di morosità. In Italia, i tempi medi di sfratto per morosità possono superare i 12 mesi, rendendo gli affitti residenziali un’opzione economicamente e giuridicamente più rischiosa.
I veri numeri dell’Overturism
Secondo i dati di ENIT (Agenzia Nazionale del Turismo), nel 2023 l’Italia ha accolto oltre 65 milioni di turisti internazionali, con punte di affluenza concentrate nei mesi estivi e nelle città più iconiche.
Uno dei fattori determinanti dell’overturism è il turismo mordi e fuggi, spesso legato alle grandi navi da crociera. È il caso di Firenze e Pisa, che recentemente hanno registrato sbarchi di oltre 1200 crocieristi al giorno. Questi visitatori affollano i centri storici per poche ore, consumano risorse ma non generano ricavi diretti in termini di pernottamenti e servizi locali.
A Napoli, episodi di congestione turistica lungo “Spaccanapoli” e “Via dei Tribunali” sono ormai quotidiani. A Venezia, si è arrivati a introdurre un ticket di ingresso sperimentale per i turisti giornalieri.
Le locazioni brevi non sono il nemico
Le locazioni turistiche, disciplinate dal DL n. 50/2017, rappresentano una forma legittima di utilizzo immobiliare. Sono soggette a imposte (cedolare secca o Irpef), comunicazioni obbligatorie al portale alloggiati della Polizia e, in molte regioni, all’obbligo di CIR (Codice Identificativo Regionale). E ora il CIN nazionale per tutti , equipararle a forme di abusivismo è fuorviante.
Inoltre, migliaia di appartamenti restano vuoti per timore di occupazioni abusive o morosità: questo alimenta la scarsità di alloggi disponibili nel mercato tradizionale. Serve una regolamentazione intelligente, non una guerra ideologica contro chi affitta.
Overturism e crisi del turismo culturale
Paradossalmente, l’overturism può scoraggiare proprio quel turismo culturale di qualità che l’Italia dovrebbe attrarre. Nel 2025, con l’anno giubilare appena iniziato , ci si aspettava una crescita nelle prenotazioni alberghiere e nei pellegrinaggi religiosi. Tuttavia, le proiezioni mostrano un calo del 10-15% rispetto alle aspettative (fonte: Federalberghi).
Serve un nuovo modello di accoglienza
Il turismo non deve diventare una “casta per pochi”, ma restare un’esperienza accessibile, rispettosa e sostenibile. L’Italia vanta 59 siti UNESCO, il maggior numero al mondo. È un patrimonio che va protetto, non blindato.
Le istituzioni dovrebbero:
- Incentivare la distribuzione dei flussi turistici anche nelle aree minori
- Collaborare con i proprietari immobiliari per offrire garanzie sui contratti residenziali
- Regolare con equilibrio, distinguendo tra operatori professionali e semplici cittadini
Conclusione
Il turismo è una risorsa, non un problema. Ma come ogni risorsa, va gestito con responsabilità. L’overturism è una sfida concreta, ma non è con la repressione ideologica che si risolve. Servono dati, norme e dialogo, affinché tutti – viaggiatori e residenti – possano convivere in un’Italia accogliente e sostenibile.