
Denuncia Redditi 2025 (anno fiscale 2024): gli errori di Booking penalizzano centinaia di gestori di B&B e le locazioni turistiche
ANBBA torna a denunciare una situazione che sta danneggiando numerosi operatori del settore extralberghiero
Ancora una volta, siamo costretti a intervenire su un problema grave e crescente che coinvolge centinaia di gestori di B&B, case vacanza e locazioni turistiche in tutta Italia. In questi giorni, le segnalazioni si moltiplicano: le nostre caselle di posta elettronica e i centralini sono sommersi da richieste di aiuto da parte di operatori che si vedono decurtare ingiustamente le proprie entrate o, ancor peggio, vessati da richieste di pagamento di imposte non dovute.
Il problema nasce dall’applicazione, da parte della piattaforma Booking.com, della ritenuta d’acconto del 21% a titolo di cedolare secca, prevista dal D.Lgs. n. 23/2011, anche a soggetti che per legge non sono tenuti a versarla, come i gestori di strutture ricettive extralberghiere non imprenditoriali (B&B gestiti in forma non imprenditoriale) o le locazioni turistiche non soggette a regime d’impresa.
Cedolare secca: a chi si applica?
Ricordiamo che la cedolare secca al 21% è un regime facoltativo che può essere applicato ai redditi da locazione di immobili abitativi da parte di persone fisiche, ma non si applica:
- alle attività di bed and breakfast gestite in forma non imprenditoriale (ossia non soggette a Partita IVA);
- alle locazioni turistiche non gestite in forma imprenditoriale;
- ai soggetti che già hanno provveduto a versare l’imposta tramite altre modalità o che hanno cessato l’attività nell’anno precedente.
Eppure, Booking – secondo quanto riportato da numerosi utenti – sta procedendo con prelievi automatici sulle prenotazioni, senza tenere conto della specificità della struttura o della normativa fiscale vigente.
Una situazione paradossale
Abbiamo ricevuto la testimonianza – tra le tante – di un gestore, che chiameremo “Mario” per tutelarne l’identità, al quale Booking ha addebitato una cifra importante, giustificandosi con un generico riferimento a una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Secondo la piattaforma, il gestore dovrebbe comunque versare l’importo richiesto, con la possibilità eventuale di chiedere un rimborso in un secondo momento.
Una giustificazione assurda. Le normative europee riguardano principalmente l’IVA sulle piattaforme digitali (sentenza Airbnb del 2023) e non la cedolare secca, che è una imposta nazionale. Lo Stato italiano è l’unico competente a stabilire l’obbligo (o meno) di applicare questo regime fiscale, e non è certo una piattaforma estera a potersi sostituire al legislatore o all’Agenzia delle Entrate.
Conseguenze gravi per i gestori
Il danno è duplice: da un lato, i gestori si trovano a ripagare un’imposta già versata o non dovuta, con pesanti ripercussioni economiche; dall’altro, in molti casi, Booking non ha rilasciato la Certificazione Unica prevista per i sostituti d’imposta (obbligatoria ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. n. 322/1998), impedendo ai gestori di verificare correttamente i dati fiscali tramite il proprio Cassetto Fiscale.
Inoltre, alcuni operatori ci riferiscono che, di fronte alla richiesta di chiarimenti, Booking minacci la sospensione della struttura dalla piattaforma in caso di mancato pagamento. Si tratta di una condotta che riteniamo gravemente lesiva nei confronti degli operatori italiani, e che rischia di configurare anche ipotesi di comportamento scorretto dal punto di vista commerciale e fiscale.
La posizione di ANBBA
Come ANBBA – Associazione Nazionale dei Bed & Breakfast, Affittacamere e Case Vacanza, denunciamo da mesi questi gravi errori da parte di Booking, e ci siamo già attivati presso:
- l’Agenzia delle Entrate;
- il Garante del Contribuente;
- l’Antitrust;
- le istituzioni nazionali competenti.
Continueremo a farlo finché questa situazione non sarà risolta definitivamente, perché è inaccettabile che i gestori, spesso piccoli operatori del turismo, vengano trattati in questo modo da colossi internazionali che non conoscono – o fingono di non conoscere – la normativa fiscale italiana.
Cosa fare se sei stato colpito dal problema
Invitiamo tutti i gestori:
- a verificare sul proprio Cassetto Fiscale la presenza di eventuali versamenti anomali;
- a richiedere a Booking copia della Certificazione Unica, ove non ricevuta;
- a contattarci per ricevere assistenza legale e fiscale;
- a segnalare eventuali comportamenti scorretti agli organi competenti (Agenzia delle Entrate, Antitrust, ecc.).
Siamo consapevoli che molti stanno considerando di abbandonare Booking come canale di prenotazione. È una scelta comprensibile e che riflette il crescente malcontento del settore.
Per assistenza, chiarimenti o per segnalare la tua esperienza, scrivi a: consulente@anbba.it
Restiamo al fianco dei gestori: la tutela dei diritti e il rispetto delle regole sono e resteranno la nostra priorità.