
Fra le Torri… sale sale la protesta contro l’aumento della tassa di soggiorno
Negli ultimi tempi, sempre più comuni, soprattutto quelli delle città d’arte, sembrano fare a gara per aumentare la tassa di soggiorno. Questa scelta, spesso dettata dalla necessità di far cassa, non si traduce quasi mai in investimenti per il miglioramento urbano, che dovrebbe essere lo scopo principale del tributo. Al contrario, i fondi vengono spesso utilizzati per tamponare bilanci comunali in profondo rosso.
Tali aumenti indiscriminati stanno generando danni irreversibili al settore turistico e compromettono l’immagine delle nostre città. Si ha l’impressione che questa politica sia parte di una strategia più ampia che include fenomeni come l’overtourism e la gentrificazione, termini ormai noti anche al grande pubblico grazie a programmi televisivi come “L’Eredità”(alla scoperta dei paroloni)
A tutto questo si aggiungono politiche di blocco dei centri storici al turismo di massa, il che rischia di snaturare le città stesse. L’idea di ripopolare i centri con famiglie sembra sempre più lontana, considerando il drastico calo del tasso di natalità degli ultimi anni. Purtroppo, i pochi spazi verdi presenti nelle città, come a Bologna o Firenze, spesso diventano luoghi di degrado anziché aree vivibili per i cittadini.
In questo contesto, a Bologna si leva un grido di protesta da parte dei gestori di strutture ricettive, preoccupati per l’assurdo aumento della tassa di soggiorno. La città, con il suo magnifico centro storico, monumenti di pregio e la splendida Basilica di San Petronio — una delle più grandi al mondo dopo San Pietro a Roma — rappresenta una destinazione turistica di valore inestimabile. Non mancano eccellenze gastronomiche che rendono la cucina bolognese famosa in tutto il mondo.
Tuttavia, per i gestori di bed and breakfast, case vacanza e altre strutture extra-alberghiere, questo aumento risulta insostenibile. Pur apprezzando i piatti succulenti della cucina locale, non riescono a digerire questo ennesimo aggravio economico. La richiesta è chiara: le istituzioni devono ascoltare il settore turistico e adottare misure più equilibrate per sostenere sia gli operatori che la reputazione della città.