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Fermento politico sulla Legge di Bilancio e sul possibile aumento della cedolare secca: ANBBA rilancia la proposta di equità fiscale per il settore extra-alberghiero

Legge di Bilancio 2026: ANBBA contro l’aumento della cedolare secca al 26%

C’è grande fermento all’interno del Governo e tra le forze della maggioranza in vista della Legge di Bilancio per il 2026, che dovrà essere approvata in via definitiva entro il 31 dicembre 2025, come previsto dall’articolo 81 della Costituzione e dalla Legge n. 196 del 31 dicembre 2009 (Legge di contabilità e finanza pubblica).
Il mancato rispetto di questa scadenza comporterebbe l’avvio dell’esercizio provvisorio, disciplinato dall’articolo 163 della Costituzione, che consente al Governo di gestire la spesa pubblica solo in dodicesimi mensili, limitando l’operatività dell’amministrazione statale.

Tra i temi più dibattuti all’interno della manovra vi è la modifica dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti brevi e sulle locazioni turistiche, che – secondo quanto comunicato passerà  dal 21% al 26% per tutte le strutture che usano le piattaforme on-line  per le prenotazioni e questo  in linea con la tassazione delle rendite finanziarie.
Su questo punto si preannuncia una battaglia parlamentare accesa, poiché la misura tocca un settore strategico per il turismo e per la proprietà immobiliare privata.

È utile, a questo proposito, ricordare un precedente significativo: già nel 2016, quando Matteo Renzi era Presidente del Consiglio, venne bloccata l’introduzione della cedolare secca per gli affitti brevi, nonostante un emendamento favorevole fosse stato presentato nell’ambito della Legge di Bilancio.
Solo successivamente, nel 2017, fu il Governo Gentiloni a introdurre tale regime fiscale con il Decreto-Legge n. 50 del 24 aprile 2017, convertito nella Legge n. 96 del 21 giugno 2017, che regolamentò per la prima volta in modo organico le locazioni brevi e introdusse l’obbligo di intermediazione con ritenuta del 21% per gli operatori e le piattaforme online come Airbnb.

In particolare, la Lega ha espresso una posizione critica verso l’aumento dell’aliquota, proponendo al contrario l’estensione della cedolare secca al 21% anche ai soggetti che oggi non possono usufruirne, come i privati proprietari che concedono in locazione unità immobiliari a uso turistico o a breve termine.
Questa posizione trova pieno sostegno da parte di ANBBA (Associazione Nazionale Bed & Breakfast e Affittacamere), che più volte ha ribadito la necessità di garantire equità fiscale tra le diverse forme di ospitalità extra-alberghiera.

ANBBA sottolinea inoltre l’importanza di una semplificazione normativa e terminologica, ricordando che nel linguaggio comune e mediatico le locazioni turistiche vengono spesso confuse con i B&B o con le case vacanza.
Per questo motivo l’Associazione auspica che il regime della cedolare secca al 21% possa essere esteso anche ai B&B a carattere familiare e alle case vacanza gestite in forma non imprenditoriale, così da:

  • favorire la parità di trattamento fiscale tra le varie tipologie di ospitalità;
  • evitare disparità e incertezze interpretative;
  • incentivare la regolarità e la trasparenza del settore extra-alberghiero;
  • ridurre i vincoli e le limitazioni che oggi gravano sulle microstrutture a conduzione familiare.

La discussione in Commissione Bilancio e successivamente in Aula sarà quindi decisiva non solo per la definizione delle aliquote fiscali, ma anche per l’impostazione generale della politica turistica e abitativa del Paese, in un contesto di crescente attenzione al tema dell’ospitalità diffusa e della competitività delle piccole strutture extra-alberghiere.

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